2013 – 20 anni di meno

20 ANNI DI MENO ( David Moreau, Francia 2013, Recensione). Una 39-enne attraente (MILF ma non COUGAR) che si decide a mettersi con un ragazzo di 20 anni si rivela (a sorpresa per me) una grande alleata nell’affermazione dell’amore positivo di Terra2. Al punto che alla fine dello studio di questo film mi sono sentito in dovere di definire il concetto di Terra 20, terzo ed ultimo stadio del progetto Terra2. Il punto è che vent’anni di differenza rende obbligatorio il matrimonio a tre con durata tipicamente ventennale, mandando in pensione il matrimonio a due di Terra1. (Si veda anche il ruolo fondamentale che questo film riveste nella Raccolta 1 destinata ad una coppia di amici trentenni con un figlio in arrivo).

VEDERE IL FILM <= | => APPROFONDIMENTI 
INDICE DEL RIASSUNTO DEL FILM COI MIEI COMMENTI


VEDERE IL FILM

fonte: nowvideo by cineblogDavid Moreau, Francia, 92′, 5.2* (Recens MyCs) PressBook 


|<= 1 – Inizio film

Una donna (Alice) cammina in una tipografia col portatile aperto in mano.
Alice: – Oscar. Non va bene per niente. Non è affatto quello che ho chiesto. (continuando in inglese) Ferma. Ferma tutto. È necessario rifarlo. Non è affatto lo stesso colore. Questo è giallo arancio. Arancio, capisci?
Oscar: – No, quello è giallo do Brasil.
Lui alla fine ammette la differenza, ma dice rifare tutto è un problema e che nessuna persona vedrà la differenza.

C:: – Io vedo la differenza. Mi spiace, Oscar. Bisogna rifarlo. Non è lo stesso colore.


  • È difficile stabilire se qui Alice è troppo pignola o se effettivamente la differenza di colore fosse inaccettabile, perché quello è un colore nel quale un po’ meno di rosso porta al colore simbolo della negatività, quel marroncino che essendo un rosso senza il rosso diventa l’emblema dell’amore senza amore.

A seguire vediamo Alice tirare un trolley e la ritroviamo in Brasile, su un taxi da dove chiama la sua segretaria personale (Pauline).
Alice: – Passamelo, il suo cellulare non prende.
Pauline (mentre guarda Vincent entrare nel suo ufficio con Lise, che chiude la porta e abbassa l’avvolgibile): – Ha staccato tutto, telefono, computer. Non vuole essere disturbato. È di là con Lise. Lei non lo ha mollato un secondo da quando sei partita. Gli sta incollata tutto il giorno. E sembra che siano andati a cena con la proprietaria del gruppo ieri sera.
A.: – Come, scusa?
P.: – La Kimmel è passata da Parigi. Così sono andati tutti insieme al ristornate “Le Pistole”.
A.: – Passamelo.
P.: – Mi dispiace, ma non posso. Non vuole essere disturbato. Raccontami. Come va lì? È bello il Brasile? C’è il sole?

C. (chiudendo la telefonata): – Eh, ti richiamo Pauline.


  • [ Fig. 1: l’importanza della mancata condanna di Pauline deriva dal rifiuto della tesi che scopo dell’amore è arrivare a fare sesso =>F2] Lise, la collega che fa la corte al capo dell’ufficio (in senso professionale perché come vedremo lui è gay) è sensibilmente più giovane di Alice e ci aspetteremmo una condanna sociale della relazione vecchio-ragazza, invece Pauline li tratta con un riguardo che vale un’approvazione. Questa è una rivuluzione perché implica la rinuncia a spiegare l’amore col desiderio di usare il corpo altrui per riprodursi, che è la colonna portante dell’amore negativo.

|<= 2 – Il volo

Alice sale sull’aereo che la riporta a Parigi. Un passeggero si offre di aiutarla a mettere un grosso pupazzo nel portabagagli, ma non è affatto di aiuto. Lei fa da sola e poi lo guarda male.
Nel frattempo questo ragazzo trova il posto riservato a lui occupato da un ragazzo che gioca a palla e che invece di restituirgli il posto gli tira la palla in faccia. Visto il problema, una hostess accompagna il giovane nella business class, dove ci sono posti vuoti.

Passeggero: – Mi scusi. Non mi sono neanche presentato. Loran Tusanne, Allianz france. Vado a Parigi per qualche giorno. Non conosco nessuno, magari potremmo farci compagnia per una cena.
Alice: – Prego.
P.: – Si, sono un tipo diretto. Ma così non si perde tempo. (Alla hostess) Mi scusi, quel posto è libero?
Hostess: – No, mi dispiace. È di questo signore.
Ragazzo: – Scusatemi, forse ho interrotto…

C. (prendendolo per il braccio e tirandolo con decisione verso il sedile, ma senza guardarlo in faccia): – Si sieda.


  • Il primo contatto fisico diretto col ragazzo lo stabilisce Alice, prendendolo per il braccio pochi secondi dopo aver visto il ragazzo per la prima volta. Il che non è affatto innaturale, se pensiamo che pochi secondi bastano per leggere in faccia al ragazzo intenzioni positive verso di lei (orientate all’apprezzamento, mentre sono chiaramente orientate al disprezzo quelle del passeggero adulto da cui lei vuol prendere le distanze più in fretta possibile)

Mentre Alice batte sul suo portatile un articolo che riguarda “le nuove tendenze dell’età”, il giovane si diverte col sedile che si alza elettricamente. Poi guarda lei, che però continua imperterrita a battere sulla tastiera.
Hostess: – Signora.
Alice: – Si.
H.: – Ha scelto il menù?
A.: – Si. Prendo l’astice, grazie.
Ragazzo: – Anche io prendo l’astice. Spero che sia migliore che all’andata.
H.: – Lei viene dall’economica. Non ha diritto al menù della business class. Mi dispiace.
Alice accenna ad un sorriso, come se fosse soddisfatta del ristabilimento delle distanze.

Andata via l’hostess i due si guardano negli occhi per un attimo. Dopo l’aereo comincia a ballare e compare l’ordine di allacciare le cinture perché si sta entrando in una zona di turbolenza. Alice è impaurita e anche il ragazzo, all’inizio.
Ragazzo (reprimendo la paura per non impaurire lei): – Non si preoccupi. È la massa inter-tropicale. Masse di aria calda e masse di aria fredda e… succede questo (uno scossone).
Va sempre peggio è anche il passeggero che voleva pure lui tranquillizzare Alice e la hostess di colore cominciano a tremare di paura.
R.: – Poi dicono che ci sia una possibilità su un milione…
Alice: – Si?
R.: – Ma in realtà è una su un miliardo…
Va via la luce e Alice afferra la mano del ragazzo stringendola forte.

Il contatto assorbe subito per intero l’attenzione del ragazzo, che smette di avere paura e guarda la sua mano unita a quella di lei. Il contatto dura 10 secondi. Poi la luce torna e la mano di Alice si stacca da quello del ragazzo.
Alice (guardandolo per un attimo): – Mi scusi.
Ragazzo: – Non si preoccupi. Va bene.

Alice continua a sudare freddo e il ragazzo si sforza di guardare altrove per non sembrare un opportunista.


  • [F1<= Fig. 2: anche George stringe le mani di questo sconosciuto per 10 secondi ma gli bastano per leggere molti contenuti del suo cervello =>F3]  Prima di credere alle critiche mosse a questo amore al primo contatto (prolungato, perché un contatto fugace c’era già stato), è il caso di ricordare che nel contatto è un corpo che “parla” ad un altro corpo, che nel linguaggio non verbale si è sempre estremamente sinceri (e infatti lei alla fine si metterà col ragazzo, dimostrando che la “dichiarazione” di amore fatta qui non è stata affatto una svista) e che 10 secondi di contatto bastavano per “dirsi” un mare di cose (senza la coscienza di cosa ci si è detto, ma non c’è bisogno di coscienza per utilizzare nelle proprie decisioni quello che ci si è detto)

|<= 3 – L’atterraggio

L’aereo atterra a Parigi. Alice mette il portatile nella borsa e si alza salutando il ragazzo con un “arrivederci” accompagnato da un sorriso.

Ragazzo: – Arrivederci. È stato bello sfiorare la morte in sua compagnia.


  • [F2<= Fig. 3: niente come la prossimità alla morte esalta di più il valore dell’amore =>F4] Anche dell’amore tra sessi diversi ma soprattutto dell’amore tra due generazioni diverse (non a caso la ragazza di CERCASI AMORE PER LA FINE DEL MONDO ha 30 anni mentre lui ne ha 50). Ed entrambi hanno avuto 8 ore di tempo per rifletterci sopra, delle quali almeno 6 dopo quella dichiarazione d’amore fatta dal corpo-sistema emozionale di Alice al corpo-sistema emozionale del ragazzo stringendo forte la mano di lui nel momento del pericolo.

Alice lo guarda sorpresa e poi sorride, ma guardando verso il portabagagli.
Ragazzo: – Mi chiamo Balthazar.
Alice (guardandolo e sorridendo, ma col busto che già “guarda” verso l’uscita e anche dall’alto al basso): – Alice.

Balthazar resta a guardare mentre lei si allontana, fino a che lei non scompare nascosta dagli altri passeggeri.


  • Alice va via più in fretta che può perché non le interessa l’interesse (ma a questo punto direi la dichiarazione d’amore di Balthazar perché quella cosa sulla morte profumava decisamente d’amore) del ragazzo o perché gl’interessa troppo e ha paura di prenderci gusto? Per troppo interesse, dovendo reprimerlo, se è vera la conclusione di cui alla Fig. 4.
  • [F3<= Fig. 4: inversione di tendenza  sulle coppie equilibrate/squilibrate come potere  =>F5] Fino ad oggi ho pensato (e detto in molti commenti, l’ultimo dei quali è quello su SCUSA MI PIACE TUO PADRE) che una coppia adulta-ragazzo sarebbe troppo squilibrata come potere per funzionare con soddisfazione di entrambi, perché lei sta più in alto come ruolo, come esperienza e anche come potere economico, per cui lui non può sentirsi importante, mantenendo la sua autostima. Ma dopo aver visto questo film ho cambiato decisamente idea, perché lui ha quel potere enorme che è il potere dei figli, davanti al quale anche il potere femminile s’inchina, sentendosi al di sotto tanto quanto un uomo si sente al di sotto di una donna per via del fatto che il dirigente è lei (nell’amore dove il sesso è approvatorio, ovviamente). (Del potere dei figli ho parlato nel film THANK YOU FOR SMOKING)

Balthazar trova sul sedile accanto al suo questa “chiavetta USB” che prima era connessa al portatile di Alice e si alza per correre a portargliela, ma la cintura di sicurezza ancora allacciata ferma lo slancio del ragazzo e gli fa perdere dei secondi.
Il ragazzo farebbe ancora in tempo a restituire la chiavetta, se non andasse via subito perché la sorella di Alice (Elisabeth Lantins) è inaspettatamente venuta a prenderla all’aeroporto.
Alice: – È ridicolo. Avrei preso un taxi.
Elisabeth: – Scherzi? Mi fa piacere. Volevo prendere un po’ d’aria.
A.: – Un po’ d’aria all’aeroporto?
E.: – Allora? I brasiliani?

Alice la guarda male senza risponderle.


  • [F4<= Fig. 5: la chiave di Alice è nelle mani di Balthazar perché un aspetto chiave nella vita di Alice è nelle mani della prossima generazione  =>F6] C’è molto simbolismo in questa scena, nella quale Balthazar che ha in mano la chiave di Alice simboleggia il fatto che un aspetto chiave nella vita di Alice (quello di restare nel ricordo di qualcuno della generazione successiva sopravvivendo alla propria morta) sia finito nelle mani di questo ragazzo perché lui è attratto e Alice pure.

Alice mette il pupazzo sul sedile dietro e tira un’urlo di sorpresa vedendo lì la figlia Zoè.
Alice: – Mi hai fatto paura!
Zoè si leva la cuffia quando le parla la madre, poi va a darle un bacetto formale sulla guancia.
A.: – Ti piace? È per te. L’ho preso a Rio. Fallo vedere alle tue amiche.
Zoè (rimettendosi la cuffia): – Fico, mamma. Fico.
Entra in auto Elisabeth, con la sigaretta accesa.

Z.: – Grazie per il cancro.


  • Una figlia è la via maestra per il tramandarsi a qualcuno della prossima generazione della madre, ma piacere ad una figlia quando avrà 20 anni è una possibilità e anche piuttosto remota in una società dove la quasi totalità degli adolescenti ostentano il massimo disprezzo possibile verso i genitori, molto spesso per partito preso e senza averne motivo. Se poi la figlia è sovrappeso e tiene spesso le cuffie in testa (ufficialmente per ascoltare musica e ufficiosamente per non ascoltare quel che le dice sua madre), la paura che rifiuterà di portare al futuro le scoperte della madre (simile alla paura provata qui da Alice, solo che dura decenni) è quasi una certezza. Confermata da quel tagliente “grazie per il cancro” detto alla zia, che qualifica come mortale una sigaretta ma è molto più mortale per l’autostima della madre che Zoè metta la cuffia per evitare di sentirla già a questa età.

Balthazar corre verso la Mercedes con la quale è andata via Alice, perdendo anche lo zaino, ma poi desiste.
 Un rombo di motore annuncia l’arrivo del padre (Luc Apfel), che è molto sorridente e soddisfatto.
Luc (dando un paio di accellerate dimostrative): – Lamborghini gallardo spyder (un’auto da 200 mila euro). La testo per il programma.

Balthazar (senza alcuna allegria e anzi con un po’ di fastidio): – Grandioso. (Poi mostrando il borsone a tracolla: – Dove lo metto?


  • [F5<= Fig. 6: Alice ha paura di essere disprezzata da sua figlia da grande e ha motivo di averla =>F7] Il fatto sorprendente è che a conti fatti se Alice si mettesse con Balthazar rischierebbe più di ritrovare l’apprezzamento della figlia che di perderlo.

Elisabeth: – Richard è riuscito a liberarsi per mercoledì a cena, a casa mia. Non darmi buca. Promesso?
Alice (sistemandosi i capelli allo specchio): – Ci sono altri modi per realizzarsi oltre ad avere un uomo. Lo sapevi? Quando dico che sto bene da sola, non c’è un sottotesto. Sto bene da sola.
E.: – Mercoledì. Non te lo devi mica sposare.
A. (alzando la voce): – Porca puttana. È il tuo ginecologo.
Alice guarda dietro preoccupata, ma Zoè ha le cuffie e non dà alcun segno di aver seguito la discussione.
A. (sottovoce): – Il tuo ginecologo. Ma ti pare possibile?
E.: – Non capisco. Dove è il problema? È sensibile, affascinante, delicato e serio come te. E poi ne vede tante, ma tante, che non andrà certamente a cercarne altre.

A. (strizzando gli occhi, cosa che fa comparire delle rughette ai loro lati): – Fa venire proprio voglia. Affascinante.


  • [F6<= Fig. 7: il problema è che l’amore negativo di chi riduce l’amore al fare sesso crea più sofferenza che piacere  =>F8]  Elisabeth qui è una donna negativa in amore, perché riduce l’amore al sesso, ed è preoccupata perché stando sola Alice classifica una non-relazione come migliore di una relazione negativa, contestando le donne come lei. Spingendola verso il ginecologo ottiene però il risultato opposto, quello di spingerla verso Balthazar, perché un 20-enne che apprezza una 40-enne certamente non riduce il desiderio maschile al desiderio di avere accesso ad un sesso femminile.

|<= 4 – In redazione

Alice entra con passo deciso nella redazione di Rebelle dove lavora, facendo “girare la testa” all’uomo seduto sul divano.
Ragazza coi capelli viola e ragazza con gli occhiali: – Buongiorno, signora Lantins.
Alice: – Buongiorno.
Ragazza con gli occhiali: – Da quanto non lo fanno?
Ragazza coi capelli viola: – 8 anni?
Pauline (porgendo il telefono ad Alice): – Vincent ti aspetta. E un certo signor Apfel ti cerca per non so che chiave.

A.: – Mai sentito. Metti in ordine la scrivania.


  • [F7<= Fig. 8: questa ragazza sgradevole fuori e dentro è un buon motivo per fare il tifo per Balthazar =>F9] Perché una coppia con lei più vecchia sarebbe un colpo pesante (e forse mortale) alla spiegazione dell’amore con un presunto “bisogno fisico” (??) di fare sesso, proposto da questa ventenne per parlar male di Alice, ma che diventa un autogoal perché se questa è l’alternativa allora fa bene Balthazar a preferire Alice

Collega/amico con la barba rossa (Simon): – Signora Lantins.
Alice: – Come va?
Simon: – Bene. E tu?
A.: – Sai della cena di Lise con la Kimmel? (Poi, vedendo arrivare Lise) Lupus in fabula. Anzi la lupa.
Lise scherza con tutti quelli che incontra e appare divertita: Lise (ad Alice): – Hai preso un po’ di colore, mi pare.
A.: – Come sei gentile.
L.: – Sono ancora mezza sbronza. Abbiamo finito alle 6 del mattino al Barocco. Non mi ha mollata per tutta la sera. Che patetico.
A.: – E già.

L. (con voce allegra): – Buona giornata. Bye.


  • L’orientamento al piacere è così caratteristico dell’atteggiamento positivo da permetterci di escludere che una Lise che diverte gli altri e si diverte lei stessa stia cercando di portare via scorrettamente la promozione ad Alice.

Quando Alice entra dal capo (Vincent), un uomo sul computer parla del “ristorante cinese che adoravamo tutti e due, quello dove abbiamo finito per scopare sul tavolo” e Vincent deve avere una relazione con lui perché dice che non sopporta più le relazioni a distanza.
Vincent (mostrando il titolo del giornale): – L’hai visto questo? Vincent Kahn lascia il vecchio continente. Ti piace la foto?
Alice: – Bellissima.
V.: – Sono soddisfatto.
A.: – Come è andata al Bristol? Alla Kimmel è piaciuta la piccola Lise?

V.: – Le notizie volano, eh? (Dopo essersi alzato) Era solo una piccola cena improvvisata.


  • Dunque Vincent oltre a non essere interessato a Lise come donna in quanto gay, sta anche cambiando luogo di lavoro. Per entrambi questi motivi se preferisce Lise ad Alice è per come si comporta Alice.

Alice: – Pensavo che contassi su di per rilanciare Rebelle. Ho quasi 40 anni, Vincent.
Vincent: – Ah si? 40 anni. Di già?
Lise si mette a ballare sul tavolo.
V.: – È incredibile. Ha fatto tremila lavori. Blogger, Body Artists, Conduttrice di New Burlesque. Tre unioni di fatto. Un matrimonio. Un uomo, una donna, ancora un uomo. Ci vuole qualcuno che faccia sognare. Se tu non mi fai sognare, non farai sognare le lettrici.
A.: – Cioè sarei troppo vecchia?
V.: – Ah, smettila. Picasso è morto a 91 anni con lo spirito di un ragazzino. L’età non c’entra niente, sai? Penso sia una questione di atteggiamento. Ecco. Non mi guardare così. Mi fai gelare il sangue. Se le cose non dovessero prendere la direzione che vorresti… Uhm “Passione camini”. La redattrice va in pensione. È un lavoro part-time. Così potrai occuparti della tua famigliola.
A.: – Mi prendi in giro?
V.: – Ma no. Ha un’ottima tiratura. 30 mila abbonati non sono pochi.

A.: – Bene. Io vado. Devo lavorare.


  • [F7<= Fig. 9: l’età cerebrale non è l’età della persona ma l’età media delle personalità neurologiche in uso =>F10] L’età di una persona dipende dall’atteggiamento emozionale, è vero, ma questo da cosa dipende? Perché alcune persone hanno un atteggiamento da giovani anche da adulte e altre no? La prima delle due ipotesi delle personalità neurologiche dice che gli umani possono costruire nuove strutture cerebrali (nuove personalità neurologiche, ma si capisce meglio di cosa stiamo parlando dicendo “nuove culture”). Costruire nuove strutture cerebrali è obbligatorio da bambini e anche da giovani, mentre dopo si può smettere di farlo ma anche continuare. E proprio basandosi sull’età delle strutture costruite si può definire una ben precisa “età cerebrale”.
  • Non è affatto una stranezza che l’atteggiamento positivo (che è quello da giovani perché implica la costruzione di qualcosa che prima non c’era, esternamente ma anche internamente al cervello, costruzione che si fa sognando per cui Vincent non usa per caso questa parola) venga chiesto sul lavoro e poi Alice lo porti anche nella vita privata, perché il lavoro è il regno della positività, visto che senza positività non si costruisce nulla e il lavoro sarebbe improduttivo.

|<= 5 – L’ex marito

Zoè: – Mi puoi portare alla festa di Alex venerdì?
Alice mostra delle mutande di forma tradizionale.
Z.: – Lo so, sono orrende.
Alice (andando ad aprire): – Sei tu?
Julien (l’ex marito, mettendole un dito quasi a contatto delle labbra): – Sciii. Voglio farle una sorpresa. Tutto bene?
A. (andando a baciarlo): – Si.
J.: – Sembri stanca.

A.: – Davvero? (Poi, guardandosi allo specchio) No, no. Sono in piena forma.


  • Un bacio è un “ti amo” e (come già spiegato ampiamente in SEPARATI INNAMORATI) questo non è il “ti amo” di quando usavano la stessa struttura cerebrale, perché altrimenti passerebbero la notte insieme, ma il “ti amo” di due che stanno cercando un nuovo amore e usano l’ex per sognare presente il partner che desiderano.

Julien: – Hai del pane?
Alice: – Come?
J. (leccandosi il dito): – Uhm. Davvero squisito. Ho fatto un passaggio in radio e le vendite sono schizzate.
A.: – Ha si?
J.: – Martin ne vuole un altro prima di settembre.
A.: – Ah!
J.: – Non ho scritto una riga. Fra questo e i corsi.
A.: – Vuoi bere qualcosa?
J.: – No, no. Grazie. (Poi toccandosi il collo) Ahi. Mi puoi fare un piccolo massaggio?
A. (posando il bicchiere): – Certo.
J. (togliendo il giubbetto dalle spalle): – Aspetta. Le spalle. Ah. Hai sempre le mani fatate. A proposito. Agat ha dato un’occhiata al tuo libro. Ha detto che non è male. Com’è che si intitola?
A.: – L’isola senza oceani.
J. (ridendo, ma senza alcuna cattiveria): – L’isola senza oceani.

A.: – Dai, smettila. Adesso basta.


  • [F9<= Fig. 10: gli atti d’amore tra Alice e il suo ex ricordano moltissimo quelli del film SEPARATI INNAMORATI =>F11] Come mai è tanto facile per questa ex coppia trattarsi con amore nonostante il divorzio? Il segreto lo vedremo più avanti e riguarda strettamente l’amore che riparte e in particolare l’amore con persone più giovani. Perché Julien dovrebbe essere arrabbiato con l’ex moglie visto che ora sta con una di 30 anni? E perché dovrebbe esserlo Alice che può mettersi con un Balthazar di 20 anni, se solo lo volesse? Qui sono tutti ringiovaniti o in procinto di farlo ed è precisamente questo ricominciare con un nuovo amore il segreto di Terra2 per mantenere giovane/piacevole il matrimonio e indolore una eventuale separazione.

Zoè è sulla moto col padre e saluta un’amica della sua età.
Julien: – Guarda c’è la mamma. (Voce di entrambi, visto che Julien anticipa quello che dice Alice) ti voglio bene, piccola mia. Fa attenzione.
Zoè ride, ma senza cattiveria.
J.: – E ora il salutino.
In effetti Alice saluta con la mano.

La moto parte, mentre Zoè saluta a sua volta la mamma.


  • Fino a che Alice non si decide a saltare il fosso, ripete le stesse azioni allo stesso modo, come si fa in ogni matrimonio negativo, dove non si aspira ad un nuovo amore futuro e si continua a vivere dei momenti belli successi all’inizio senza aggiungerne di nuovi.

|<= 6 – All’happy hour

Alice è ancora sul posto di lavoro alle 11 di sera (e c’è anche un’altra persona), ma dopo i discorsi di Vincent la cosa le pesa e si accascia sulla scrivania.
Poi vede il biglietto “chiavetta USB aereo”, capisce che Apfel è il cognome di Balthazar, mormora “perfetto” e subito lo chiama al numero segnato sul foglietto.
Balthazar: – Pronto?
Alice (assordata dal chiasso che sente sul telefono): – Mi riesce a sentire?
B.: – Chi è?
A.: – Sono la signora Lantin. Eravamo seduti vicini in aereo.
B. (sgranando gli occhi): – Alicia. Si, Alicia. Ma certo, Buonasera. Buonasera.
A.: – Mi ha lasciato un messaggio. Ha trovato la mia chiavetta, giusto?
B.: – Si, infatti. Ho la sua chiavetta. La sua chiavetta è nelle mie mani.
A.: – Ah, meno male. Ci vediamo da qualche parte?
B.: – Si. Certo. Quando le andrebbe bene?
A.: – Adesso è possibile?
B.: – Subito? Su… subito. Va bene.
A.: – Ma dove?
B.: – Sono al 162 quai de Jemappes.

A. (riattaccando): – Arrivo.


  • Ancora una volta Alice prende l’iniziativa di promuovere la relazione col ragazzo, perché non aspetta un orario di lavoro ma va a cercarlo alle 11 di sera in un locale di ritrovo, dopo di che anche se non le risulta razionalmente è evidente che c’è un interesse di lei a relazionarsi col ragazzo.

Balthazar: – Cazzo che cifra! Così rimango a secco.
Amica (Fanny) (vedendolo guardare oltre la folla con apprensione): – Ehi. Tutto bene?
B.: – Si. Certo. Eh.
Amico (Guillame): – Dai, su.
B.: – D’accordo. Mi è successa una cosa pazzesca.
Più avanti vediamo Alice scendere dal taxi e guardare verso i ragazzi in strada davanti al Caffè.

B. (affacciandosi e alzando il braccio per farsi vedere): – Alice. Alice. Sono qui.


  • Il fatto che Balthazar racconti agli amici la cosa che gli è successa, presentandola come pazzesca in senso positivo, mostra che lui non solo non si vergogna dell’attrazione verso una donna con molti anni di più ma ne va orgoglioso. La normalizzazione dei rapporti tra due persone di generazioni diverse esce da un posto particolare come la redazione di un giornale e va in strada, e non vediamo i due studenti amici del ragazzo criticare la novità.
  • Inoltre la presenza della ragazza e il suo essere bella ci suggeriscono che quella di Balthazar sia una scelta, non la soluzione di ripiego di uno che non trova relazioni tra le ragazze della sua età.

Balthazar (facendo strada ad Alice nella folla): – Venga. Non è lontano. Siamo in fondo al bar.
Alice: – Non ho molto tempo. Scusi.
B.: – È l’ora dell’happy hour, per questo è così.
A.: – Ho detto che ho molta fretta. Abbia pazienza.
B.: – È da pazzi. Ci siamo quasi.
Ragazza con gli occhiali che lavora alla redazione: – Ma che ci fa qua? Hanno sospeso la sua telenovela?
Ragazza coi capelli viola (gurdandola a bocca aperta): – Poverina. Sono le 11. Alla sua età ci metterà almeno due anni a riprendersi.
B. (raggiunti i suoi amici, rivolto ad Alice): – Fanny. Guillame. Frequentiamo architettura insieme. Alice è una…
A.: – Conoscente. Buonasera.
Guillame: – Vuole bere qualcosa?

Alice risponde che vuole la chiavetta e Balthazar le dice che ce l’ha a casa. Al che Alice gli chiede dove sta di casa e tutti capiscono che si sta invitando a casa di Balthazar. Fanny e Guillame si guardano tra loro, ma non mostrano alcuna discriminazione verso Alice.


  • Alice si rifugia nella fretta (della madre di tornare a casa dalla figlia) per non ammettere che è interessata alla relazione, ma Balthazar giustamente crede più ai fatti (lei che è venuta a quell’ora in quel posto) che alle sue parole e continua a portarla dai suoi amici come se non avesse sentito della sua fretta.
  • Le due ragazze del giornale criticano ferocemente la presenza di Alice in quel posto da giovani, ma è lecito pensare che l’età per loro sia una scusa per far fuori una concorrente rispetto alla quale si sentono in condizioni di inferiorità, perché i giovani che si stanno laureando portandosi allo stesso livello di Alice non si meravigliano della sua presenza.

Balthazar (davanti allo scooter rosa). – Si, lo so. Mi sono fatto fregare. Sul sito la foto era in bianco e nero. E così. Ma dopo un po’ ci si abitua.
Alice: – E io dovrei montare lì sopra?
B.: – Si. Tranquilla, sono prudente.
A. (dopo un lungo silenzio, prendendo il casco): – Bene.
B. (davanti alle difficoltà di Alice ad allacciare il casco): – Posso aiutarla? Perché è un po’ difettoso.
Mentre Balthazar è intento ad allacciare il casco ad Alice escono le due ragazze ostili ad Alice e quella coi capelli viola usa l’Iphone per fotografarli.
Ragazza con gli occhiali: – Questa va su Twitter.
Ragazza coi capelli viola: – Twitter all’istante.

|<= 7 – A casa di Balthazar

Balthazar (entrando a casa sua): – Prego. Si accomodi.
Alice: – Grazie.
B.: – Ecco il mio modesto pied-à-terre.
Padre (Luc Apfel, scendendo le scale seguito da una ragazza): – È fantastico. …un bel taglio e non prude neanche tanto. Se dovrò conoscere la tua famiglia, almeno sarò… Ma, Baltì, sei tornato?
B.: – Si. Come vedi. Anissa? Che ci fai qui?
Anissa (accettando il bacio sulla guancia): – Ecco. Io… (a Luc) diglielo tu.
Luc: – È pazzesco. Stavo girando un video a Place de Vittoire e chi ti vedo passare (mano sulla spalla di Anissa)?
B. (ad Alice): – Mi scusi. Le presento Anissa. Ci siamo diplomati insieme. Ne sono passati di anni da allora. Uhh. Mio padre. Alicia.
L.: – Ah, Alicia. Baltì mi ha parlato tanto di lei.
B. (sottovoce): – Papà. Ti prego.
L. (ad Alice): – Ha 5 minuti?

A.: – Per cosa?


  • Balthazar che si preoccupa di sottolineare gli anni passati dal diploma per non far sentire troppo vecchia Alice, dice molto su quanto sia lontano il tempo in cui una situazione del genere sarebbe stata classificata comica da quanto era considerata (arbitrariamente) innaturale. Invece qui siamo al padre disponibile ad andare a conoscere i genitori di Anissa, mentre sta conoscendo già al secondo incontro la donna che piace a suo figlio nonostante abbia un’età più prossima a quella del padre che alla propria e già prima il figlio le aveva parlato tanto di lei.
  • Attenzione alla simmetria formale, però, perché nella sostanza la situazione di Anissa è fortemente sbilanciata, mentre quella di Balthazar è più bilanciata di quella di una coppia di pari età, perché il potere di chi è della generazione successiva e il potere di chi fa il ruolo femminile non stanno dalla stessa parte, dopo di che a Luc resta solo un maggior potere economico, che non bilancia nulla e getta una brutta ombra di convenienza da parte di Anissa che ha ben poco a che spartire con l’amore (quello vero, ovvero quello positivo).

Luc: – Le mostro il promo del programma. Voglio un parere femminile. Sono gli unici pareri (nel frattempo indica e coinvolge anche Anissa) che hanno veramente un valore.
Luc abbraccia Anissa e avvia il video, mentre Balthazar vorrebbe non guardare da quanto è preoccupato di una cattiva figura del padre.
Voce maschile del video: – Tutti i mercoledì. Appuntamento con Luc Apfel per auto-accro, maniaci del volante. Guiderete le auto sportive più prestigiose del mondo.
Luc: – Ancora qualche effetto non lo abbiamo bissato. Ne tenga conto.
Alice annuisce.
Voce del video: – Su circuiti leggendari per prove su strada ad alto tasso di adrenalina. Sempre in buona compagnia (una ragazza fa l’autostop ancheggiando). Luc testerà queste auto da sogno per svelarvi tutti i loro segreti.
Luc (ad Anissa, sorridendo): – Sei gelosa, eh?
Anissa: – No.
Voce del video: – Non perdetevi un appuntamento irrinunciabile per i fanatici della 4 ruote.
L. (a video finito): – Allora? La verità, da uno a 10?
Alice: – Si. Ci sono delle cose…
Anissa (a Luc): – Non hai fame? Andiamo a mangiare qualcosa?
B.: – Ottima idea. Anissa (trainandolo col la sua mano): Vieni.
L.: – Andiamo da Frei Chicken. Vi va un po’ di pollo?
Alice: – No, grazie.
Anissa: – Dai, vieni.

L.: – Arrivo. Arrivo.


  • Anissa prende in mano le redini della situazione, traendo dall’impaccio sia Alice che Balthazar e dimostrando che non è affatto lì per fare il soprammobile da mostrare con orgoglio agli altri.
  • Ma anche Luc fa qualcosa di grande prima di andar via invitando Alice, perché questo è un ok alla scelta del figlio senza salire affatto in cattedra, ma anzi proponendo parità e ottimismo tanto ad Alicia quanto il figlio.
  • Quanto a quel “i pareri femminili sono gli unici che hanno veramente un valore” è il fondamento dell’idea di amore che sto proponendo qui e che fonda la mia Terra2 (nell’attesa che ci siano altre spiegazioni dell’amore alternative all’unica non ammessa su Terra2: quella che spiega l’amore con l’istinto a riprodursi).
  • [F10<= Fig. 11: quella del padre è una coppia estremamente squilibrata oggi che le donne sono istruite e guadagnano =>F12] E infatti questa scena finisce con Anissa che lo porta via tenendolo per mano come si farebbe con un bambino tenuto a fare quanto i genitori hanno deciso per lui. Il punto è che Anissa ha sia la superiorità associata ai figli sia quella associata alle donne

Alice: – Mi dai la mia chiavetta?
Balthazar (che sta tirando un sospiro di sollievo): – Oh si, la chiavetta. Mi scusi.
Mentre il ragazzo cerca sotto il suo tavolo, Alice guarda la sua stanza, alquanto in disordine.
B.: – Mi scusi. È qui da qualche parte, ma chissà dove. Vuole del tè? Ho del tè bianco, verde, nero. (Lei non risponde) No, sicura? D’accordo.
B. (dopo aver rovesciato una pila di libri): – Vuole qualcosa da leggere, intanto che aspetta? Ho Biorn Lebuffè, il bosco delle volpi, non è male, elogio delle donne… (si arresta senza aggiungere “mature”). Ah, la chiave. Eccola. L’ho trovata.

A. (prendendola): – La ringrazio.


  • Il libro “Elogio delle donne mature” è di Stephen Vizinczey, ungherese ed è stato tradotto in francese nel 2001 diventando un best-seller in Francia. Con uno stile ironico e distaccato, Andràs Vajda, il protagonista del romanzo, racconta la sua educazione sentimentale, concentrandosi “non tanto sulla personalità del narratore, quanto sui dilemmi universali dell’amore”, in un memoriale molto selettivo che “si rivolge agli uomini giovani ed è dedicato alle donne mature” e tratta del “legame tra gli uni e le altre”. Andràs non è un dongiovanni preso dalla parte del gran conquistatore, che distribuisce a potenziali discepoli consigli di seduzione. “Non sono un esperto di sesso” scrive, “ma sono stato un buon allievo delle donne che ho amato, e cercherò di rievocare le esperienze felici e infelici che, penso, hanno fatto di me un uomo”.
  • Non sappiamo se Balthazar ha acquistato questo romanzo prima o dopo l’incontro con Alice, ma di sicuro lo ha riletto di recente, dimostrando di aver preso in seria considerazione la possibilità di una relazione importante con Alice.

Subito dopo aver preso la chiavetta, Alice è già in strada, inseguita da Baltazar.
Balthazar: – Vuole che la riaccompagni?
Alice: – No, prendo un taxi. Grazie.
B. (rincorrendola e chiamandola, dopo di che lei si ferma e si gira): – Alice. Alice. Ehm. Potremmo prendere un caffè insieme una sera? Non per forza una sera. Non so perché ho detto una sera. Anche una mattina o un pomeriggio. E non per forza un caffè. Io sono più un tipo da sprite, da gazzosa. Insomma bevande gassate. Eh? Si?
A.: – Senta. So che va molto di moda adesso e lei è davvero carino. Ma questa cosa non fa per me. Arrivederci.

Balthazar resta fermo sul posto mentre lei si allontana e ferma un taxi.


  • La cosa che va di moda ma non fa per lei, secondo il sistema razionale di Alice, sono le relazioni d’amore temporanee tra giovani e donne 40-enni. Il sistema emozionale di Alice è però di diverso avviso, perché al 99% la chiavetta accanto a Balthazar non c’è rimasta per caso ma perché il sistema emozionale voleva una scusa per rivedere il ragazzo e la presunta fretta di recuperarla è una seconda prova a favore di un interesse che per prima è stata lei a dimostrare al ragazzo, prendendogli la mano nel momento del pericolo.
  • [F11<= Fig. 12: Se Alice desidera un amore temporaneo senza ammetterlo è perché non ammette di desiderare un amore futuro =>F13] L’amore (lo stato nascente) temporaneo è un mettere alla prova i propri sogni per il futuro e non se ne sente il bisogno se non si sogna un amore da realizzare in futuro. Balthazar sogna un amore futuro e per questo desidera una serata d’amore con Alice, mentre lei nega a se stessa di desiderare un amore nel suo futuro, ma il contatto cercato con Balthazar prima con la mano e poi con la chiavetta la smentisce.

|<= 8 – La foto

Il giorno dopo quando Alice arriva in redazione sente addosso gli sguardi di tutti, spesso accompagnati da risatine.
Pualine: – Allora, ecco gli appuntamenti di oggi.
Alice: – Pauline, che succede?
P.: – Devo dirti gli appuntamenti di oggi.
A.: – Che succede? Ma che cos’hanno tutti?
P.: – Niente. Perché?
Alice indica il terzetto dell’ingresso che passa davanti al suo ufficio con il ragazzo che la guarda facendo dei versi.
P. (dopo aver sorriso): – No. È per certe voci che girano.
A.: – Voci? Ma quali voci?

Pualine non sa che dire e alla fine porge il suo tablet dopo aver richiamato la foto incriminata. Ritrae Balthazar che sembra baciarla mentre le allaccia il casco, con una freccia che classifica lei come COUGAR (letteralmente ‘puma’, ma tradotto con ‘pantera”, donna matura che va a caccia di giovani maschi)


  • [ F12<= Fig. 13: la bruttura è negli occhi di chi guarda =>F14] Non è un caso che a considerare e quindi a rendere brutto l’incontro tra Alice e Balthazar siano persone brutte (momentaneamente come Pauline con la sua risatina scema e la ragazza con gli occhiali col suo coso in bocca o stabilmente brutte come la ragazza coi capelli viola e la dipendente che sono entrambe sovrappeso)

Alice (rincorrendo il suo capo): – Vincent, sono arrivate le modelle per il servizio. Devi darmi l’autorizzazione.
Vincent: – Si. Sai mi sono chiesto se fosse un fotomontaggio o qualcosa del genere.
A.: – Cosa?
V. (mostrando il cellulare con la solita foto): – Quanti anni ha?
A.: – Dai Vincent. Non crederai davvero a queste fesserie?
V.: – Ti prego. Facevo la stessa faccia quando dicevo a mio padre che non mi sbattevo il professore di inglese. Smettila.
A.: – Vincent, credi veramente a questa storia? Te lo giuro, guarda che…
Alice viene interrotta dall’arrivo di Lise, che si ferma invitando a salire Vincent con un “cha cha” accompagnato da colpi sul volante e risatine varie.

Vincent: – Alice, perché te la prendi? È questo quello che voglio vedere in te. È questo che cerco. Un po’ di follia. Un po’ di magia. In questa foto mi fai sognare. Qui hai lo spirito ribelle. E va bene, è questo che mi piace.
 Alice ammutolisce e resta immobile mentre Vincent saluta e va via

Simon: – Vincent ti ha sempre visto come una borghese complessata. Dimostragli che si sbaglia. Se lavori giorno e notte se ne sbatte.
Alice: – Che dovrei fare? Smettere di lavorare? Farmi un piercing sul clitoride?
S. (sorridendo): – Meno doloroso. Mother I’d Like to Fuck
A.: – Mother I’d Like cosa?
S.: – Fuck. Balthazar, il tuo ragazzino.

A. (fermandosi): – Dovrei sbattermi un ragazzino per farlo contento? Sei matto? Ho un’etica professionale, come minimo.


  • Comunque si vogliano chiamare gli aspetti spiacevoli di una persona, essi sono frutto di negatività relazionale e Vincent non si sbagliava affatto, visto che Alice è divorziata e dunque il suo matrimonio era negativo. Ma la conclusione di Simon è giusta lo stesso, perché nelle nuove relazioni Alice può essere positiva, se solo lo volesse.

Simon (a una ragazza che fa jogging con la musica): – Buongiorno.
La ragazza non gli risponde ma gli sorride e continua, mentre Simon si attarda a guardarla e Alice resta per questo senza ombrello sulla testa.
Alice: – Ah!

S. (tornando a coprirla): – Scusa. No, devi far credere che te lo sbatti. È diverso. Lo porti con te a qualche serata. Gli prendi la mano. Gli fai gli occhi dolci in pubblico ed è fatta. Alice versione due punto zero.


  • Quello che le propone di fare Simon non è di mentire ma di smettere di mentire, perché come è attratto lui dalla ragazzina che fa jogging così è attratta Alice da Balthazar, se smettesse di raccontare bugie a se stessa (Alice e tutte le altre donne, che per proibire questa cosa agli uomini fingono di non trovarla piacevole anche loro.
  • Quello su cui Simon le chiede di mentire è il sesso fatto, ma visto che ridurre questa relazione al fare sesso è appunto la bugia di quelli che vogliono infangare una relazione che fa concorrenza alla relazioni coi figli come purezza, quello che le sta chiedendo è di essere sincera nella sostanza (ricordo che frequentarsi senza fare sesso pur desiderandolo fornisce 100 volte più piacere del sesso fatto e che farlo serve ad ammazzare il piacere mentre si fa finta di volerlo massimizzare)

Alice passa l’aspirapolvere in casa quando suona il campanello e lei va ad aprire.
Alice: – Sig.ra Curtois, quanto tempo? La smetto subito, d’accordo?

Chiusa la porta, Alice fa una smorfia.


  • La Alice attuale non ha niente di meglio da fare che pulire una casa che non usa, perché per usarla dovrebbe avere una relazione con qualcuno, e litigare con vicine che non hanno niente di meglio da fare che rimproverare qualcosa ai loro vicini.

Smesso di pulire, Alice ascolta una canzone allo stereo a volume medio.
La sig.ra Curtois suona di nuovo il campanello.
Alice abbassa il volume dello stereo, ma a tale volume la canzone è un riassunto di canzone. Allora Alice alza il volume ben oltre a quello iniziale e si gode la canzone chiudendo gli occhi mentre sorseggia del vino.

Poi va sul terrazzo lasciando aperta la porta per continuare ad ascoltare la sua canzone e accende una sigaretta. Le luci della casa di fronte si accendono una dopo l’altra, coi loro abitanti evidentemente infastiditi dalla musica.


  • Alice fa un tentativo per andare d’accordo con la vicina, ma visto che anche la musica a volume normale disturba la vicina, si vede costretta a dover scegliere tra il non fare nulla o il lasciar perdere cosa dicono i vicini e sceglie la seconda strada. Preso atto che anche ascoltare una canzone suscita la riprovazione dei vicini, tanto vale fare qualcosa di meglio.

La mattina dopo Alice si alza pronta per fare qualcosa di meglio che ascoltare una canzone a volume decente.
Alice (guardando il suo guardaroba): – Ribelle? D’accordo.

Il look di Alice 2.0 è semplice come quello di una ventenne: tacchi alti, un vestito bianco molto semplice e un giubbetto. Più una luce negli occhi che dice a chi la incontra “io ci sono (come donna). Voi ci siete (come uomini)?”


  • Era ed è ancora normale che una madre con figlio si dichiari fuori servizio come donna che valuta le proposte ricevute ed è una disgrazia per tutti, dal figlio al marito (se ce lo ha ancora) fino a se stessa, ridotta a pulire la casa dal non avere niente di meglio da fare perché ogni fare degno di questo nome ruota interno a quell’amore dal quale si è auto esclusa.

|<= 9 – All’università

Il ritorno in gioco della donna non passa inosservato, visti gli sguardi e le bocche aperte dalla meraviglia di ogni studente che incontra, all’università dove è andata a cercare Balthazar e la sua giovinezza.
Anche le ragazze la guardano, evidentemente pensando che non ha nulla meno di loro, se mai qualcosa in più. Una studentessa meno snella delle altre dà una botta sulla testa ad un ragazzo che si è incantato a guardare Alice.

Intanto Alice avanza sicura di se stessa, confortata nella sua scelta dagli sguardi che riceve.


  • [ F13<= Fig. 14: sul piano cerebrale Alice ha qualcosa in più delle studentesse e su quello fisico ha qualcosa in meno =>F15] Gli sguardi preoccupati delle studentesse ci dicono che Alice ha qualcosa in più di loro sul piano cerebrale ed è un po’ come il senso di inferiorità di chi ha una laurea rispetto a chi ne ha due, anche se fisicamente Alice ha qualcosa in meno.

Guillame: – Un bel ristorantino, che ne dite?
Balthazar: – Eh si, ci manca solo questo.
Fanny: – Giapponese?
G.: – No, non ne posso più della zuppa di riso.
F.: – Bal? Balthazar?
Balthazar non sente la domanda perché è preso dalla vista di Alice che aspetta qualcuno appoggiata alla balaustra delle scale. Baltazhar si guarda indietro, non riuscendo a credere che aspetta proprio lui, ma non c’è nessuno e Alice alza la mano salutandolo.
F.: – Beh, che aspetti?

B. (deglutendo): – Si.


  • Fanny incoraggia Balthazar ad andare da Alice senza mostrare dispiacere per la sua concorrenza e fa bene, perché la ritrovata giovinezza di Alice e una promessa di una seconda giovinezza anche per Fanny.

Alice: – Ciao. Come va?
Balthazar: – Buongiorno. Che ci fa qui?
A.: – Beh! Ho perso il tuo numero, ecco.
B: – Ah.
A.: – La cosa più semplice era fare un salto qui. Non ti pare?
Balthazar non appare convinto da quella spiegazione.
A.: – Mi fa piacere vederti. Mi fai da Cicerone?
B.: – Si. Si.
A. (avviandosi): – Bene.
B. (seguendola): – Fantastico.

Nel frattempo Guillame segue la scena a bocca aperta e Fanny se ne ha a male, colpendolo per riavere la sua attenzione. Guillame la guarda male, prima di seguirla.


  • La bugia di Alice stona con la positività di una situazione nella quale lei cerca il successo anche nella vita privata, ma lei non è ancora pronta per ammettere a se stessa che è interessata a quella relazione che, non dobbiamo dimenticarlo mai, fino ad oggi compreso è stata condannatissima da tutte le donne (per colpevolizzare la fortissima tendenza maschile a cercare le giovanissime).
  • Balthazar non crede alle parole di Alice, dopo la sua fuga da casa sua, d’altro canto lei è lì e questo è un fatto che vale il fatto che se lei ne sia andata di corsa l’ultima volta.

Alice: – Mi fa uno strano effetto essere qui. Quanti ricordi! Mi sembra solo ieri che frequentavo.
Balthazar: – Ha studiato qui?
A.: – No. No, parlavo dell’università in generale. Sai, quel periodo meraviglioso. Uscivo con un ragazzo, all’epoca. Un tipo carino. Si chiamava Bastian. Bastian-Balthazar, buffo. Con la “B” tutti e due.
Balthazar: – Già, è buffo.
A.: – Senti. Sei libero stasera?
B.: – Stasera?
A.: – Si.
B.: – Veramente avrei un esame. Si. Insomma. Libero? Si, si, si. Sono libero, certo.
A. (andando via): – Fantastico. Poi ti messaggio l’indirizzo.
B.: – Certo.
A.: – A più tardi. Ciao.

B. (respirando a fatica per l’emozione): – Perfetto.


  • Le spiegazioni che Alice dà all’essere lì contano ben poco, perché la scelta di cosa fare è del sistema emozionale e questo è fin dal primo incontro sull’aereo favorevole a quella relazione, confermandolo poi nell’andare a cercare la chiavetta di notte. Insomma il suggerimento di Simon è solo una scusa che lei coglie al volo per continuare ad avere una relazione che le piace, così come le piace effettivamente di essere all’università indipendentemente dall’utile che può averne sul lavoro.

Alice: – Che musica ascolti?
Zoè (calandosi la cuffia sul collo): – Ehh. I Metronomy.
A.: – Uhm. E ascolti altri gruppi?
Z.: – Gli Azealia banks, i Goulart. I Chromatics. E papà mi ha messo gli Stones. Crede che siano chissà che cosa.
A. (sottovoce): – Azealia banks, Goulart, Chromatics.
Z.: – Uhm.
A.: – Azealia banks, Goulart, Chromatics.
Z.: – Mamma, stai bene?

A.: – Azealia banks… si. Si. Bene, Forte. (baciandola sulla testa) Io vado. Chantal arriva tra poco.


  • Alice deve chiamare una baby sitter per uscire, e questo è un difetto per il portafoglio, ma avvicinandosi ai gusti di Balthazar si avvicina anche a quelli della figlia e questo è un vantaggio per la relazione con la figlia.

|<= 10 – Alla mostra

Alice arriva in taxi alla mostra di Claude Malle, trovando Balthazar che l’aspetta sotto una pioggia leggera coprendosi la testa con lo zainetto da studente.
Balthazar (correndo da lei): – Buonasera.
Alice: – Tutto bene?
B. (mostrando la sua maglietta): – Mi dispiace, non ho fatto in tempo a cambiarmi.
A.: – No. È perfetto.
B.: – Dice che va bene?
A.: – Certo. Si.
B.: – È molto bella.
A.: – Grazie. Andiamo, o prenderai freddo.
  • La maglietta è perfetta perché il grande pregio di Balthazar agli occhi di Alice, e anche di tutti gli altri adulti, è quello di essere così giovane da rientrare tra gli studenti. Non avendo un reddito proprio, infatti, più lui veste in modo essenziale più mostra la sua condizione di rappresentante della categoria dei figli.
  • [ F14<= Fig. 15: nel primo apprezzamento reciproco lei apprezza la gioventù e lui la donna =>F16]  Balthazar fa il primo complimento a parole (lei è molto bella”) alla “donna accogliente” (condizione simboleggiata dall’ombrello aperto e sottolineata dalla cerniera del vestito di lei) subito dopo che lei trovato perfetto il suo essere molto giovane (condizione simboleggiata dal suo abbigliamento da studente) e questa situazione in cui ognuno riconosce all’altra persona di avere qualcosa di essenziale per lui è condizione necessaria e sufficiente per una relazione paritaria e quindi positiva. In ogni coppia all’inizio c’è apprezzamento reciproco, ma data la superiorità del ruolo femminile su quello maschile la parità iniziale non è destinata a durare a lungo (oggi che donne e uomini hanno sostanzialmente le stesse opportunità). Invece qui la parità è una condizione permanente (giustamente sottolineata con un ombrello di colore verde, che è e sempre sarà il colore delle piante essendo il colore della sintesi clorofilliana) perché la differenza di età è destinata a restare importante per almeno 20/30 anni.

Ragazza in nero: – L’ha portato qui, cazzo.
Alice (toccando sui capelli Balthazar): – Hai una cosa qui.
Balthazar: – Davvero?
A.: – Non c’è più. L’ho tolta.
Balthazar si diverte a pestare un video contenente l’immagine di un uomo (l’autore dell’installazione artistica), che reagisce al contatto coi movimenti e l’espressione di uno che prova dolore nell’essere pestato.
B.: – È divertente. Ci provi.
Alice (allunga un piede sull’uomo malvolentieri): – Fatto.

B.: – Vuole qualcosa da bere?


  • Pestare l’adulto è un atto di disprezzo che il giovane fa volentieri e una pari età fa malvolentieri, ma questo è un gioco ed è l’adulto che invita gli altri a pestarlo, mentre non è un gioco le parole delle solite due dipendenti che passano il tempo a criticare quello che fa Alice e loro non sono state affatto invitate a criticare.
  • Notare che il ragazzo continua a dare del “lei” ad Alice, cosa che non potendosi spiegare col voler mantenere le distanze diventa un evidente atto di apprezzamento per i 20 anni in più di esperienza che ha la donna.

Mentre Balthazar è a prendere da bere, Alice osserva un altro video col solito uomo che viene beccato dai piccioni.
Alice: – È sconfortante.
L’autore (Claude) va accanto ad Alice.
Alice (offrendo il suo volto ai baci sulla guancia di lui): – Claude! Ciao.
Claude (prima di baciarla): – Ehi.
A.: – Guarda, è incredibile. Ancora più straordinaria della tua ultima mostra.
Torna Balthazar con due bicchieri e quando Claude prende un bicchiere evidentemente non destinato a lui, il ragazzo fa buon viso a cattivo gioco offrendo il proprio bicchiere ad Alice.
Balthazar: – Ah. È lei…
C.: – Modestamente. Che ne pensi?
Balthazar esita.

C.: – Esprimiti. Sii sincero, coraggio. Ti ascolto.


  • Il commento di Alice è quello di una donna positiva, risultando molto critico verso un autore che accarezza la tendenza delle donne negative a dichiararsi vittime degli altri dopo averli invitati a trattarle male.
  • Balthazar esita nel commentare la negatività di quelle opere, che non può piacergli intanto perché fare il ruolo maschile implica positività e poi perché essere giovane significa costruire qualcosa e anche questo richiede positività.

Balthazar: – Beh, la sua idea di rappresentare se stesso in questo modo potrebbe anche andare. Ma dopo una, due, tre, quattro volte non se ne può più. L’ho capito che ha un problema con la sua immagine. Ma questo trip egocentrico è puerile e alla fine è davvero poco interessante per noi.
Dopo un attimo di imbarazzo degli adulti colti in flagrante negatività, Alice scoppia a ridere.
Claude: – Si, ho capito. È ironico.
Poi Claude se ne va, arrabbiato, avendo evidentemente chiaro che non era affatto ironia quella di Balthazar.
A.: – Ma che ti è preso?
B.: – Perché? Mi ha chiesto di essere sincero.

A.: – Ma non si è mai sinceri in questioni del genere.


  • La critica di Balthazar è giustamente radicale, perché dove passa la negatività mai più crescerà un solo filo d’erba, mentre la spiegazione razionale è di fantasia perché in un mondo fondato sull’amore negativo non si deve capire la funzione della negatività o tale mondo diventerebbe istantaneamente invivibile.
  • La risata falsa di Alice è molto di più che un atto riparatorio alla sincerità del ragazzo, perché l’amore negativo fa stare male tanto l’uomo che la donna, ma la donna, mentendo, sostiene (da migliaia di anni) che a lei quell’amore procura piacere.
  • Quanto al “non si è mai sinceri” di Alice, farebbe meglio a parlare per se stessa e per tutte le donne negative del mondo, perché non può non sapere che esiste anche la sincerità delle persone positive, passeggera in amore ma stabile in ogni relazione orientata al successo/piacere (che è un orientamento tipicamente maschile).

Mentre Balthazar spiega ad Alice che lui sta bene con un piede dentro al sistema e uno fuori, finisce addosso a Simon.
Simon: – Ah. Dunque è lui. Simon, piacere.
Balthazar (dandogli la mano): – Piacere.
S.: – Ci conosciamo, finalmente.
Alice: – Scusa, ti lascio. Devo trovare Vincent.
Strada facendo Alice dice un sacco di volte “buonasera” e una volta “vi presento Balthazar”.
B. (quando finisce la sfilata delle conoscenze di Alice): – Per me è un flash essere qui. Trovarmi qua con lei è una cosa pazzesca. Ancora non riesco a rendermene conto.
A.: – Mi sembrava un peccato non conoscerci un po’… un po’ più a fondo.
B.: – È pazzesco. Se me l’avessero detto che mi sarei trovato qui con lei…
Lise: – Ciao.
A.: – Tutto bene? Disturbiamo?
L.: – No. Tutto bene. Cercavi il tuo capo? Che peccato, non è potuto venire. Missione fallita. (A Balthazar) Vuoi fare un tiro?
B.: – Come?
L.: – Vuoi del fumo, hashish, marijuana?
B.: – No. Una volta ho fatto un brutto trip e allora… ma forse lei…
L.: – Ahh! Alice? Stai scherzando?

Allora Alice le toglie la sigaretta dalle mani e comincia ad aspirare con convinzione.


  • Alice si vede costretta dalla sua bugia ad andare subito a cercare Vincent, ma le emozioni piacevoli provate da entrambi nello stare vicini sono cento volte maggiori delle pur numerose bugie di Alice, per Balthazar e per chiunque sia sincero con se stesso.
  • La meraviglia di Balthazar è doppiamente giustificata perché solo 50 anni fa l’aspettativa di vita limitata a 60 anni o poco più non lasciava il tempo per una seconda giovinezza ad una 40-enne e perché da sempre le donne condannano le relazioni maschili con le ragazzine rifiutando di trovare ad esse un posto nella loro vita.

Balthazar: – Forse dovrebbe andarci piano.
Alice: – No. Mi piace.
Squilla il telefono e Balthazar si scansa quanto possibile per non ascoltare la conversazione continuando a riparare Alice dalla pioggia con l’ombrello.
Elisabeth (la sorella): – Alice, che cazzo fai? Richard è arrivato da un’ora.
A.: – Chi?
E.: – Richard. Il mio medico.
A.: – Ma quale medico?
E.: – Il mio ginecologo, Alice. Mi hai messo in un terribile imbarazzo. Vieni subito. Chiaro?
B.: – Spero niente di grave.
A.: – Di grave?
B.: – Perché ho sentito che parlava di un medico.

A.: – Un medico perché mia figlia ha avuto un attacco di appendicite. Devo andare.


  • Ogni tanto Alice si ricorda che deve mentire, per non sconfermare la sua spiegazione razionale di quella serata, ma oltre a questo non serve a null’altro perché la gestione del comportamento è emozionale e con le emozioni non si riesce a mentire davvero, ma solo a mentire per chi ci sta a chiudere gli occhi fingendo di non capire cosa prova davvero.
  • Qui la bugia serve a giustificare il suo andar via di corsa, per cause familiari e questo è vero, ma non per necessità della figlia bensì della sorella, tutta impegnata a trovarle un uomo della sua età altrimenti Alice è una mina vagante che minaccia ogni donna allineata su una classica negatività.

Balthazar: – No! Quale ospedale? L’accompagno io.
Alice: – Prendo un taxi. È meglio.
Balthazar corre in strada a fermare un taxi e visto che il primo non si ferma, si mette in mezzo alla strada gridando “è un’emergenza” e costringendo il secondo a fermarsi, mentre Alice gli grida “attento” perché rischia di farsi investire.
Balthazar (tirando fuori con un braccio il passeggero): – Signore, scusi. Per favore. Fuori. Fuori, forza.
Alice chiede a Balthazar di non accompagnarla “perché mia figlia non capirebbe”.

Rimasto solo con l’uomo costretto a scendere, Balthazar si fa perdonare lasciandogli l’ombrello e restando lui sotto la pioggia.


  • Notare che Balthazar non mira ad entrare nel corpo di Alice, secondo la classica spiegazione negativa dell’amore ridotto a desiderio di procreare, ma nella vita di Alice, che al momento è al 90% la relazione con sua figlia.
  • Vero è ciò che le persone credono vero e qui Balthazar vuol credere alla spiegazione di Alicia perché vuol credere che lei vada via fretta per causa di forza maggiore.

Elisabeth (al figlio): – Tesoro. Ceni con noi?
Figlio: – Eh?
E.: – Mangiare.
F.: – Mangiare? No. Si. Forse.
E. (al dottore): – Mi dispiace tantissimo. Non è proprio il tipo, glielo assicuro. La mia sorellina di solito è molto puntuale, dottore.
 Dottore: – Richard, la prego.
B.: – Richard, non vedo l’ora che vi conosciate. Ma attenzione, ha un cuore fragile. In realtà è parecchio tempo che… che non incontra qualcuno. Capisce cosa intendo? Ma penso che un ginecologo possa rassicurarla tantissimo.
Suona il campanello.

E. (bevendo di un fiato il suo bicchiere come se l’attendesse una dura prova): – È Alice. Conto su di lei.


  • Quando può il figlio di Elisabeth evita di mangiare coi “vecchi”, ma a 40 anni vecchio non è il corpo bensì il cervello se ha smesso di costruire nuove strutture cerebrali limitandosi ad usare quelle che ha già. Questo oggi non si può fare a 40 anni, perché si passerebbe in una “vita senza vera vita” ben metà della propria vita fisica (=> il padre 40-enne di SHELL che, non avendo progetti per il futuro, si uccide quando capisce che la figlia 17-enne non resterà a lungo con lui). La controprova è che alla fine di quella cena il figlio di Elisabeth è molto sorridente e divertito perché Alice è stata piacevole quanto una sua coetanea e anche di più, mettendo dentro alla ritrovata giovinezza i suoi 20 anni di esperienze in più, mentre Elisabeth si mette le mani nei capelli comprendendo di aver perso Alice come coetanea.
  • I cuori sono i sistemi emozionali e non ci sono cuori fragili e cuori robusti ma cuori orientati negativamente e cuori orientati positivamente e quel che serve per mettere via la negatività di Alice è la prospettiva di una relazione piacevole per sempre perché strutturalmente positiva e la relazioni paritaria nella differenza con Balthazar gliela offre mentre quella paritaria solo all’inizio con un coetaneo che non ha nulla di essenziale da darle no.

|<= 11 – Il ginecologo

Elisabeth: – Spero che vi piaccia l’agnello.
Alice (resa euforica dalla serata con Balthazar e sgrammaticata dall’hashish): – A me l’agnello mi piace un casino.
E.: – Richard?
Richard (passando il vassoio): – No, grazie. Io solo verdure.
E.: – Un po’ di cous cous?
R.: – La sera non mangio carboidrati, grazie.
A.: – Vuole vivere fino a cent’anni?
R.: – No. È che sono crudista.
A.: – Crudista? Ah si.

R.: – In altre parole mi nutro esclusivamente di alimenti crudi e solo da agricoltura biologica.


  • Nulla varia di più da cultura a cultura di quello che si mangia, basti pensare che ogni famiglia mangia diversamente da ogni altra famiglia, ma dire che una cultura da usare lui ce l’ha già significa dire che non è disponibile a costruire una cultura condivisa con Alice, ovvero che non è disponibile all’amore.

Alice: – A proposito Richard, come ha conosciuto Elisabeth, mia sorella.
Elisabeth (dopo aver riso nervosamente): – Alice è appena tornata dal Brasile. Non si è ancora ripresa dal viaggio.
A. (sorridendo divertita): – Oh si, che stupida.
Dopo un dialogo sui transessuali e una tirata sulla sincerità dei sudamericano di Richard, Alice fa un rutto e poi va in bagno a vomitare, mentre il figlio di Elisabeth se la ride divertito.
A. (al suo ritorno): – Allora, che si mangia?

Elisabeth si mette le mani tra i capelli, disperata.


  • Le sviste capitano spesso al sistema razionale ma nulla sfugge ai mille occhi del sistema emozionale (come dimostra il fatto che subito dopo la sua domanda si ricorda che Richard è il ginecologo) e la domanda di Alice è del tutto pertinente, perché se Richard è qui per conoscere lei ma non è disponibile per nulla a mettere in discussione le sue credenze allora è qui solo per cercare il sesso di lei.
  • Alice non vomita solo la cena, per cui al ritorno è pronta per cenare di nuovo, ma anche il suo passato, negativo quanto quello di Richard ma oggi lei è su una rotta molto diversa, che fa disperare Elisabeth, la quale qui rappresenta tutte le donne negative.

Il giorno dopo Alice cerca di fermare Vincent per dirgli della sera prima, ma lui risponde al suo “ciao” e poi continua la telefonata senza ascoltarla.

Alice (allo specchio): – Allora, faccio le presentazioni. Balthazar, Vincent. Vincent, Balthazar. Faccio un po’ di scena e me ne torno a casa. A mezzanotte sono a letto.


  • Questi sono i programmi del sistema razionale, peccato che lui non comandi nulla perché l’azione è diretta dal sistema emozionale, sempre ma in amore la cosa è ancora più evidente perché l’amore mette in uso la struttura cerebrale che soltanto dopo la sua costruzione diventa disponibile per il sistema razionale e in grado di raccontare a parole correttamente qualcosa che è già successo.

|<= 12 – Alla sfilata

Balthazar (parcheggiando): – Eccoci qua. Le nove meno cinque.
Alla sfilata di moda, i fotografi si dedicano a Vincent, che poi accompagna a sedere la Kimmel (proprietaria del giornale Rebelle).
Barthazar: – Chi è?
Tutti lo guardano a questa domanda.
Alice (quando la meraviglia degli altri si è placata): – È il mio capo. La proprietaria del gruppo.

La sfilata comincia. Una modella cade in terra. Dopo aver guardato Alice, che resta impassibile, Balthazar va dalla modella.
Alice: – No Balthazar!
Balthazar (aiutandola a rialzarsi): – You are ok?
Modella: – Yes. Thank you.
B.: – Sure?
M.: – Yes. Thank you.
La modella va via e Balthazar resta da solo sulla pedana, mentre i pezzi grossi sono sorpresi.
Kimmel: – Is part of the show?
B. (uscendo): – Mi scusi per prima. Mi comporterò come si deve d’ora in poi. Eviterò i salvataggi azzardati.
A.: – Va bene. Va bene.

Vincent: – Alice. Alice, siamo qui.
Alice (sedendosi): – Balthazar. Tracy è andata via?
V.: – Smettila di pensare a Tracy. Sai che in vent’anni di sfilate non ho mai visto un ragazzo con tanta classe? È la verità.
Balthazar: – Questo lo devo tutto a mia madre. È la sua educazione a bacchetta. Se non avessi soccorso quella ragazza lei mi sarebbe comparsa negli incubi tutte le notti col righello in mano, dicendo: “allora, non ti ho insegnato…
V.: – Incredibile. Ma dove l’hai trovato uno così?
Lise: – Allora raccontami. A che punto siete voi due?
B.: – In che senso “noi due”?
L.: – A quanto pare siete inseparabili. L’hai presentata ai tuoi amici?
B.: – Ai miei amici? Ma…
L.: – I tuoi genitori lo sanno?
B.: – I miei genitori? Sanno cosa?

L.: – Si, insomma, di voi due.


  • Vincent è colpito dal fatto che un ragazzo possa essere spontaneo in mezzo a un ambiente con pressioni tali da togliere la spontaneità anche a lui che è la seconda persona della struttura dirigente, e festeggia il fatto che un uomo faccia fronte senza traccia di sottomissione a un concentrato di donne come è una sfilata di moda. Non c’è nulla di strano, però, perché Balthazar coi suoi 20 anni è un gradino sopra a chiunque, uomo o donna che sia (per lo stesso motivo per cui un bambino è sopra a qualunque adulto di qualunque importanza), che è una spiegazione del tutto opposta a quella fornita da Balthazar e basata sulla sua presunta sottomissione ai voleri della madre.
  • Lise prova a smontare quella stessa sicurezza che Vincent ha appena apprezzato in Balthazar, ma fa un buco nell’acqua perché Balthazar non si è affatto vergognato del suo interesse verso una 40-enne né coi suoi amici né con suo padre, una cosa che fino a ieri sarebbe stata impensabile ma a torto, perché se davvero si mettesse con Alice quella sarebbe una coppia con una parità che le coppie di coetanei se la sognano.
  • Questa invidiabile situazione Lise non la può apprezzare, perché se lei si mettesse con uno che ha 20 anni di più sarebbe solo per interesse, non essendoci alcuna possibilità di parità quando il maggior potere delle donne e il maggior potere dei giovani stanno dalla stessa parte, e lei si vergognerebbe a presentare un partner molto più vecchio di lei ai suoi amici e ai suoi genitori.

A questo punto Alice porta Balthazar a ballare, per sottrarlo a Lise prima che lei chiarisca che non stanno affatto insieme come Alice vuol dare ad intendere.
Lise (dopo un po’, a Vincent): – Non crederai alla sua metamorfosi?
V.: – Non c’ha scopato, dici?
L.: – No.
V.: – Neanche una bottarella?
L.: – No.
Una ragazzina (indicando Alice): – Non è la mamma di Zoè?
L’altra ragazzina allora vorrebbe fotografarla, ma la prima si oppone alla forografia.
Alice (visto il pericolo di essere fotografata creando a sua figlia problemi con le compagne di scuola malevoli): – Andiamo via.
Balthazar: – Andiamo via ora?

A.: – Si, si. Ho voglia di stare sola con te. Vieni?


  • Notare che qui la “scopata” non è intesa come una botta e via, ma come il segno che si sono messi davvero insieme, per cui nonostante l’uso del termine dispregiativo qui si parla del sesso come atto d’apprezzamento.

|<= 13 – A casa di Alice

Uscendo Baltazar è così euforico da ringraziare i portieri.
Balthazar (arrestando la vespa sotto la casa di Alice): – Eccoci. (Tolti i caschi): – L’accompagno. È una brutta zona, meglio non correre rischi.
Alice: – Sono sotto casa.
B.: – Si, ma non vorrei che le capitasse qualcosa negli ultimi metri.
A.: – Va bene così.
B.: – È sicura?
A.: – Sicura.
Mentre si guardano cercando un finale adeguato, Balthazar allunga la mano verso quella di lei fino a toccarla.
A. (togliendo la mano e guardando l’ora sull’orologio che non ha): – È tardi vero? Ho dimenticato l’orologio.
B.: – Non lo so.
A.: – Devono essere già le due.
B.: – Si.
A.: – Grazie ancora.
B.: – Di niente. A. (andando via): – Ciao.
B. (quando le si gira per guardarlo): – Buenas noches.

Balthazar (mentre Alice è già in casa e senza scarpe): – Buenas noches? Oh no, non è possibile. Sono un coglione.
Con la scusa che doveva dirle “buonanotte”, Balthazar corre alla porta e trovandola chiusa suona dei campanelli a caso. Dopo si arrampica sul muro, non so con quali intenzioni, e qui lo trova un uomo che esce tenendo un cane al guinzaglio.
Balthazar: – Buona sera.
Uomo: – Buona sera.
Prima che la porta si richiuda, Balthazar è dentro e va a bussare all’appartamento di Alice Lantins.
Balthazar: – Alice. Mi scusi per lo spagnolo. Non so che mi ha preso. È così stupido. Sua figlia è in casa?

Alice: – Mia figlia? No, è fuori per un week end.


  • Balthazar non si perdona di averla lasciata salire da sola, evidentemente pensando che quello era il momento giusto per chiederle quel sesso che significa “io vorrei fare i miei figli con te”, dove “fare” significa essenzialmente “crescere i miei figli con te”, per cui al 50% Zoè può essere cresciuta anche da Balthazar. Quanto al fare un altro figlio da crescere insieme al 100%, a 40 anni è necessaria l’amniocentesi (ma tale necessità comincia già quando si superano i 35 anni) e in generale servono un maggior numero di controlli, ma a parte questo un figlio entro i 45 anni si può fare tranquillamente se la mamma è in salute.

Alice non ha ancora finito di parlare che già Balthazar la sta baciando.
Alice arretra, ma la mano sulla spalla di Balthazar non lo invita ad allontanarsi da lei bensì a seguirla e lui non si fa pregare nel seguirla, mentre continua a baciarla.
Alice (quando non può più arretrare essendo arrivata al muro): – Cosa fai? Balthazar. Balthazar no. No.
Balthazar (staccandosi da lei): – Che c’è?
A. (dopo un attimo, abbracciandolo e poi baciandolo lei): – Niente.
Ora è Balthazar che arretra, spinto dalla foga di Alice, che nel frattempo spinge via la giacca di lui.
A. (facendo strada verso una stanza senza smettere di baciarlo): – Vieni in camera.

Alice (la prima volta che lui prova a tirare giù le mutande di lei): – Ahi!
Balthazar: – Scusa. Mentre la bacia lui si scusa di nuovo.
B. (abbassando le mutande di lei): – Scusa. Mi dispiace, mi dispiace.
A. (invitando la mano di lui a togliere del tutto le mutande): – Non ti scusare. No. Dai, continua. Non ti fermare.

Seguono gemiti di un piacere crescente e quando lei ha un orgasmo la sua soddisfazione si sente fin nella strada, con l’uomo del cane che guarda verso l’appartamento di Alicia.


  • Un commentatore ha trovato eccessivo il sesso perfetto al primo tentativo, cosa che invece appare del tutto giustificata, perché il ragazzo vuole davvero fare i suoi figli con lei e Alicia pure, se guardiamo ai fatti e non alle spiegazioni razionali (per esempio se qui guardiamo alla mano di lei, subito favorevole al sesso, mentre a parole sta dicendo di no). Nelle condizioni ottimali per fare un sesso che ha il massimo del valore ci si aspetta il massimo del piacere e i fatti confermano pienamente tale aspettativa.

Alice apre le tende.
Balthazar (svegliandosi): – Che ora è?
Alice (agitata): – Tardi. Si, è tardi. Perché devo tornare a casa.
B.: – Sei già a casa tua.
A.: – Si. Su, forza, in piedi.

B. (dopo che Alicia è uscita dalla camera, stropicciandosi gli occhi): – Brutale.


  • Alice ha sempre negato e continua a negare che è interessata a quella relazione, ma il non verbale dice costantemente il contrario e il sesso fatto è il massimo segno di consenso non verbale (e giustamente dopo il sesso fatto Balthazar gli dà del “tu”).

Alicia: – Scusa. È che ho molto lavoro da fare.
Balthazar: – Non preoccuparti, devo rimettermi in pari con le lezioni.
A.: – Ma… La tua scarpa?
B.: – L’altra non riesco a trovarla.
A.: – Vuoi uscire così?

B. (tirando fuori un sacchetto di plastica): – No. Non c’è problema. Porto sempre con me un sacchetto. (Lo mette al posto della scarpa) Ecco fatto. La pioggia sta diminuendo. (Guardano entrambi la finestra e fuori piove forte) Un pochino.


  • Come vedremo l’altra scarpa è dietro allo specchio mobile di camera e probabilmente ce l’ha messa Balthazar per avere una scusa per restare approfittando del fatto che fuori piove (infatti quando smette di piovere il ragazzo dice “merda”).

Balthazar: – Non vorrei disturbare.
Alice: – Non preoccuparti. Puoi restare finché non smette di piovere.
B. (sottovoce, guardando la finestra e vedendo che all’improvviso ha smesso di piovere): – Merda.
Balthazar nota il libro di Alice Lantins e lo prende in mano.
B.: – Non sapevo scrivessi.
Alice (tornando con un vassoio): – Mi dispiace, Zoè ha finito i miei cornetti. Ti ho portato un po’ di cose.
B.: – Prendo anch’io una tazza di tè, se posso. (Bevono). Buono!

Balthazar (guardando il libro): – Di che parla?
A.: – Cosa? Il mio libro? Di niente.
B. (sfogliandolo, con l’intenzione di leggere): – Non posso?
A.: – No.
B.: – Lascia giudicare a me.

Alice si alza per togliergli il libro, ma Balthazar (“perché? Sono un lettore veloce, in due giorni potrei…”) non intende lasciarlo e per prenderlo lei gli sale sopra. Proprio allora viene aperta la porta ed entra Zoè.


  • Il libro evidenzia l’abitudine a mentire a se stessa di Alice, perché non può essere in alcun modo vero che le dispiace se qualcuno bendisposto verso di lei legge il suo libro, ma lei appare lo stesso convinta che le dispiace.

Entra Zoè, seguita da Elisabeth.
Alice: – Ah, salve.
Balthazar: – Salve.
Alice lo mette a sedere a forza.
Elisabeth: – Siamo partiti che diluviava e adesso…
A.: – Elisabeth, buongiorno. Ti presento Balthazar.
B.: – Balthazar. Sono… (si ferma guardando Alice).

Alice: – Il mio stagista.
Balthazar: – Uno stagista.
A. (prendendo un fascicolo): – Si, allora, quelle fotocopie. Eccole.
Poi Alice va da Elisabeth e Zoè si sdraia accanto a Balthazar.
B.: – Come stai? Come va la pancia?
Zoè: – Eh?

Alice ordina a Zoè di andare in camera sua e Balthazar va via (“tolgo il disturbo”).
Alice (fuori dalla porta e sottovoce): – Balthazar. Mi dispiace.
Balthazar: – Allora, tre copie per domani sulla sua scrivania. Giusto?
Alice si guarda alle spalle e poi lo bacia.
A.: – Va. Va.

Alice: – È successo tutto da solo. Così, come… come per caso.
Simon (ridendo): – D’accordo.
A.: – Che c’è? Perché mi guardi così?
S.: – No. È che, solo che la realtà supera la finzione. Il racconto che cessa di essere racconto. È bello.
A. (sorridendo): – Mi prendi in giro.
S.: – No.

A.: – Si.


  • Non è affatto successo tutto da solo, ma su comando del sistema emozionale di Alice che quella relazione l’ha sempre voluta. Solo che sulla terra attuale si nega l’esistenza stessa del comando emozionale, per non dover dar conto della sua impostazione negativa in amore. Dopo di che non ci si capisce nulla, ma in compenso non si deve giustificare che a parole si pensano/dicono cose in palese contrasto rispetto alle cose che si fanno. E la persona che prende in giro se stessa, Alice, si può permettere il lusso di dirsi presa in giro da Simon.

|<= 14 – Il bis

Al successivo appuntamento Alice trova un messaggio sull’albero: “Spiacente sono in ritardo, ma…” Sulla strada c’è una linea e un secondo messaggio: “Guardi… sotto la panchina”.
Alice ci trova una busta con dentro un lettore di mp3 e degli auricolari. Avviando il lettore sente Balthazar: – Uno, due… Uno, due, prova. Si, funziona. Alice, mi sente? Volevo chiederle se ci tiene davvero ad andare a quella festa, stasera. Potremmo fare qualcosa insieme, noi due? …

Balthazar: – … Bene. Come prima missione dovrà localizzare un veicolo di colore rosa, dotato di una mostruosa cilindrata, che non dovrebbe tardare a scorgere. (Intanto arriva il vespino rosa da 50 centimetri cubi di Balthazar e, dopo che lui le ha messo il casco, Alice parte con lui) Una volta salita sul veicolo, una seconda missione sarà di non chiedere al guidatore qual è la destinazione. Primo perché lui non ne ha idea. Secondo perché il senso è un po’ quello. Dimenticavo: vuole ascoltare un po’ di musica?
Dopo il giro per Parigi, li ritroviamo a letto, con Balthazar che accarezza il tatuaggio che Alice ha sul fianco, dove finiscono i jeans.
B.: – E ha un nome?

Alice: – Si, il mio ex lo chiamava “Bulino il delfino, il delfino villano”. Voleva che me lo facessi togliere, ma ho tenuto duro. È stata la mia piccola vittoria.


  • Secondo il pressBook questo tatuaggio indica che Alice ha fatto i suoi sbagli prima di diventare la persona assennata che è oggi, ma la mia verità è esattamente opposta perché il tatuaggio è un segno di negatività e Alice non ha mai smesso la sua negatività, cominciata prima del matrimonio, continuata in esso altrimenti non divorziava e presente anche adesso, come dimostra il fatto che dice delle cose (la relazione con Balthazar non m’interessa) e ne fa delle altre opposte (incoraggiando Balthazar a credere in quella relazione)]

Balthazar: – Alice, posso farle una domanda? Tu sei spiritosa, bella. Sei intelligente. Perché… proprio io?
Alice sorride senza rispondere.

B.: – Oh che stupido! È una domanda cretina. L’ho capito da solo mentre la facevo. Mi scusi.